Mistero quadro del Rinascimento
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Il dettaglio 01 – Lo Scorpione

La storia che state per leggere è una storia d’amore, ambientata in quel tempo di corti e compagnie di ventura che è il Rinascimento.

 

Il capitano d’armi Luigi Gonzaga, del ramo cadetto, era chiamato lo Scorpione perché colpiva senza pietà chiunque lo attaccasse. In guerra come nella vita. Ma la vita non é forse una guerra continua?

frase filosofia di vita

Dopo l’ennesima battaglia al seguito di Carlo V, era tornato a Mantova. Il duca Federico, suo cugino, lo accolse a Palazzo Ducale con un sontuoso banchetto.

 

simbologia animali nel Rinascimento

Luccio in salsa, fagiani, le trote piú prelibate del Garda, frutta candita, torte, musica e calici di vino.

Fu nel bel mezzo dei festeggiamenti che il suo sguardo si posó improvvisamente su una fanciulla dai capelli scuri seduta in un angolo lontano. I loro occhi si incontrarono: quelli di lei di un verde scuro e profondo.

E se ne innamoró.disegno decorazione

Seppe che ella era Laura D’Este da Ferrara, promessa sposa di suo zio Vincenzo Maria Gonzaga.

Incominciarono ad incontrarsi di nascosto tra le stanze del palazzo. Passeggiavano sotto le mura del castello di San Giorgio al crepuscolo. Riposavano sulle sponde del Lago di Mezzo.

Fu proprio davanti alle sue acque scure, all’ombra di un salice piangente, che Luigi un giorno le disse di dover ripartire. Giacché l’imperatore richiedeva i suoi servizi.

– Prima di partire porta questo con te, come pegno del mio amore – disse lei sfilandosi dal collo una catenina. Al centro vi era una gemma dalla forma quadrata, di colore verde scuro, come i suoi occhi.

innamorati all'ombra di un albero

E ripartì.

I giorni divennero mesi e poi anni. Anni passati sui campi di battaglia, a combattere senza tregua.

 

pietra scorpione

Il 30 novembre dell’anno 1532 Luigi Gonzaga fu colpito a tradimento da un colpo d’archibugio. Cadde da cavallo e sentendo che la morte era vicina portò la mano al proprio petto. Stringendo nel pugno la pietra di quel ciondolo che non si era mai tolto, rivolse il suo ultimo pensiero all’unica donna che avesse mai amato.

 

Gli emissari di casa Gonzaga giunsero sul luogo in cui l’eroe era caduto, ma non riuscirono a trovare il suo corpo. C’era però qualcos’altro al suo posto, un luccichio che rifletteva la luce del sole. Un gioiello misterioso.

Uno scorpione nero che stringeva tra le sue chele una pietra verde scuro, dalla forma quadrata.

 

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Si dice che il gioiello dello scorpione donasse a chi lo indossava, come la duchessa Elisabetta Gonzaga che vedete qui  rappresentata da Raffaello Sanzio, la forza di affrontare le avversitá in guerra come nella vita. Contiene ancora l’anima eternamente innamorata del capitano d’armi Luigi Gonzaga.

 

La duchessa dipinto

 

Dove posso vedere il quadro di Elisabetta Gonzaga di Raffaello Sanzio?

 

Scritto da Matilde Vallenari

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