“La bellezza è verità! La verità è bellezza! Questo è tutto ciò che voi sapete in terra e tutto ciò che vi occorre sapere” John Keats
Un viaggio nel tempo sullo sfondo della città eterna, Roma. 3 storie avvenute in epoche diverse si intrecciano grazie a una poesia…
John Deanna osservò la maestosa scalinata di Piazza di Spagna.
Sui suoi gradini piccoli gruppetti di turisti passeggiavano qua e là godendosi il dolce tramonto primaverile, mentre ai suoi piedi giovani coppie di ragazzini in jeans e T-shirt si scambiavano baci o giocavano con l’acqua che sgorgava dalla fontana della Barcaccia.
Il ragazzo avrebbe tanto voluto fermarsi e sedersi a contemplare la meravigliosa atmosfera che si respirava a Roma fatta di gente chiassosa e allegra, di antiche rovine che si mescolavano alla bellezza decadente dei vecchi palazzi nobiliari.
Proprio uno di essi era la sua meta. Il numero 26 di Piazza di Spagna, che ospitava una prestigiosa fondazione.

John entrò con reverenza nel grande palazzo color ocra e chiese di parlare direttamente con Sophie West, la direttrice.
Dopo qualche istante la giovane donna lo ricevette nel suo ufficio, facendolo accomodare.
“Cosa la porta a Roma Mr. Deanna?”
“Una missione importante che non voglio e non posso fallire. Devo consegnare un importate oggetto e mantenere una promessa”.
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John Keats aprì la finestra a dispetto di quanto gli avessero ordinato il dottor Clark e Joseph Severn, il suo inseparabile amico e inquilino.
Nonostante la forte tosse lo indebolisse, sentiva la necessità di abbracciare con lo sguardo quell’affascinante città, caotica e a tratti misteriosa: Roma, dove era approdato qualche mese prima a cercare un clima migliore di quello della sua natia Inghilterra.
La felicità che sentiva nel cuore fu offuscata da un solo pensiero: Fanny Brawne, la ragazza di cui era follemente innamorato e da cui aveva dovuto separarsi.
“Se stai bene ti andrebbe questa mattina una passeggiata qui intorno?” gli domandò Joseph alle sue spalle.
“Volentieri. Mi sento molto meglio” mentì John.
Non riusciva a resistere al fascino di quei vicoli e al contatto con i romani, allegri e capaci di adattarsi a tutte le situazioni gli si presentassero, anche le più difficili.
“Va bene. Prepariamoci e andiamo”.
Joseph, dopo una breve sosta alla Locanda della Lepre per uno spuntino, accompagnò l’amico nel suo posto preferito: il Lungotevere in Augusta, sulle rive dell’omonimo fiume e a pochi passi dai resti del Mausoleo dell’Imperatore Augusto.
Lì Keats, cullato dallo scorrere delle acque riusciva a concentrarsi e a comporre i suoi versi migliori.
Stettero distesi a guardare il fiume per diverso tempo, persi nei loro pensieri e immersi in un’atmosfera lontana dal mondo.
Il poeta decise che quello era il momento per scrivere un componimento dedicato alla sua Fanny, che paragonò alla bellezza luminosa di Roma.
Tornati a casa John decise di inviare la poesia alla sua amata, ma mentre si accingeva a scriverle una lettera fu chiamato in soggiorno dal suo medico di fiducia, il dottor Clark per una visita.
Purtroppo quella lettera non fu mai spedita.
Scritto da Giulia Morandi
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