Il tempo passa, ma i luoghi rimangono sempre gli stessi. E conservano nella pietra i ricordi e i sentimenti di chi li ha visitati. Continua la nostra storia…
Agnes camminava in mezzo a cumoli di macerie, facendosi strada a fatica in mezzo ai romani e ai soldati alleati.
Aveva bisogno di un po’ di pace, perché ormai non aveva notizie di Eugenio da quasi un mese.
Aveva conosciuto il ragazzo, un partigiano romano, a Cassino, mentre prestava soccorso ai feriti come infermiera volontaria dell’esercito americano.
Era un ragazzo bellissimo e romantico, come solo gli italiani sanno essere. Capace di non arrendersi e di sognare nonostante il dolore della guerra.
Lei gli aveva curato una piccola ferita alla mano e da quel momento avevano cominciato a frequentarsi.
Nel frattempo gli Alleati, insieme alla Resistenza, avevano deciso di sferrare l’ultimo decisivo attacco ai nazisti per liberare Roma definitivamente.
Eugenio prima di partire le aveva fatto una promessa: a città liberata, l’avrebbe aspettata sulla riva del Tevere, a Lungotevere in Augusta, vicino al mausoleo dell’imperatore romano, per iniziare finalmente la loro vita insieme.
Subito dopo la vittoria, Agnes si era recata nel luogo dell’incontro, che lui le aveva descritto milioni di volte, ma non trovò nessuno.
Aveva continuato ad andarci anche nei giorni successivi, ma del suo Eugenio nessuna traccia.
Anche quel giorno l’aveva aspettato invano e presa dallo sconforto aveva deciso di sedersi sulla scalinata di Piazza di Spagna per consolarsi.
Una volta giunta davanti all’imponente monumento, notò proprio ai suoi piedi un bellissimo palazzo color ocra, da cui uscivano ed entravano diversi soldati.
Incuriosita decise di andare a dare un’occhiata ed entrò. Una giovane donna le venne incontro spiegandole dove si trovava.
Era la Keats & Shelley House: una fondazione creata all’inizio del Novecento da un gruppo di letterati americani per conservare i luoghi in cui John Keats aveva vissuto poco prima di morire, nel febbraio del 1821.
Il poeta inglese era uno dei suoi preferiti e i suoi romantici componimenti erano stati il leitmotiv della sua infanzia a Boston.
Visitò le stanze e arrivata nello studio del poeta fu presa da una forte emozione: era a tu per tu con i luoghi che erano stati testimoni della sua arte, così come Roma lo era stata della sua vita.
Sfiorò le carte presenti sulla scrivania e lo sguardo le cadde su una poesia scritta proprio dal poeta che parlava della bellezza di una donna paragonata a quella di Roma e del suo fiume.
Quella poesia era stata scritta nel medesimo luogo in cui lei e Eugenio avrebbero dovuto incontrarsi.
All’improvviso l’assordante rumore di una sirena squarciò il silenzio in cui erano immerse le stanze. In un attimo fu un fuggi fuggi di soldati e persone che correvano verso il rifugio antiaereo più vicino.
Agnes fu presa dal panico. Da un lato le dispiaceva abbandonare quel palazzo che aveva saputo proiettarla in un mondo a parte fatto di bellezza, poesia e amore; ma dall’altro sapeva di doversi mettere in salvo.
Con un gesto rapido, si mise il foglio in tasca e scappò via.
Non avrebbe più rivisto quei luoghi.
Scritto da Giulia Morandi
—————————