“Apri la porta che hanno suonato!”
Ordina la nonna Agnese al marito Gustavo, il quale prontamente obbedisce. Dopo pochi istanti la casa si riempie delle giovani grida dei loro tre nipoti: Filippo, Sveva e Michele, seguiti dai loro genitori Patrizia e Riccardo.
In casa sono già arrivati anche l’altro figlio della coppia Giovanni, con sua moglie Elisabetta e i piccoli Stefania e Vittorio.
E’ una domenica come tante, una di quelle che Agnese e Gustavo attendono con ansia e che li impegna nei preparativi per una settimana intera.
Perché il pranzo della domenica per loro è un rito sacro. Possono godersi i nipoti e parlare con i figli con calma, senza la fretta delle telefonate serali, quando Patrizia e Giovanni hanno poco tempo da dedicargli perché presi da mille impegni.
I bambini hanno già cominciato a correre per la casa, i maschi giocando a guardia e ladri e le femmine con le bambole, mentre i due fratelli con le rispettive metà cominciano a conversare del più e del meno, rilassandosi a tavola davanti ad un buon aperitivo.
Nonna Agnese sa che quello è il momento giusto, è il suo segnale personale. Dà un’occhiata veloce alla pentola dove cipolla e midollo soffriggono per bene e ci aggiunge il riso. Sta abbondante perché sa che i nipotini sono ghiotti della prelibata pietanza e sicuramente vorranno fare il bis. Ma neanche i figli scherzano.
A metà cottura aggiunge l’ingrediente più importante: lo zafferano. La polvere oro scende sul bianco riso rendendo ancora più saporito il piatto.
Dopo qualche minuto il risotto è pronto e viene portato in tavola tra gli apprezzamenti dei commensali. Per ciascuno di loro ogni cucchiaiata rappresenta qualcosa.
Per Agnese e Gustavo ha il sapore dei primi anni del loro amore, quando finita la guerra concederselo era un lusso per festeggiare gli avvenimenti più importanti. A Patrizia, invece, fa venire in mente gli anni dell’università, quando la mamma glielo preparava ogni volta che prendeva un trenta e lode.
A Giovanni il risotto alla milanese della madre ricorderà sempre quella domenica di cinque anni prima, quando aveva annunciato alla famiglia che la moglie Elisabetta aspettava i due gemelli.
Per i bambini, benché non se ne rendano ancora conto, avrà il sapore delle domeniche dai nonni, in quell’appartamento in centro a Milano, dove affacciandosi al balcone la Madonnina del Duomo veglia su di loro.
Racchiuderà le lunghe giornate passate a giocare con i cugini, a parlare e a ridere. Avrà il sapore dell’amore infinito che solo una famiglia sa dare.
Scritto da Giulia Morandi
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