Byron eroe romantico
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Uno scialle per Lord Byron

Lord Byron amava quel momento della sera nella sua Venezia. Distolse lo sguardo dal componimento che stava scrivendo e si avvicinò alla finestra.

Osservò il Canal Grande e le gondole che scivolavano languidamente sulle sue acque. Il sole stava calando regalando raggi rossi cheDisegno di Lord Byron si fondevano con il blu della notte in arrivo. Un paesaggio che il pittore Turner avrebbe sicuramente trovato affascinante e poetico.

Tutto era poetico in una città come quella.

La città lagunare era ormai diventata la sua città. Ne amava tutto: la sua lingua, che ormai da tempo studiava, le sue atmosfere, a tratti decadenti e malinconiche. E le sue donne. Spiritose, colte, aperte e passionali. Decisamente diverse dalle austere nobildonne inglesi.

Sentì bussare alla porta. Sapeva chi era. Marianna Seganti, la sua dea oltre che la moglie del proprietario dell’alloggio dove era.

William Turner Venezia

La accolse con un abbraccio caloroso, affondando la testa sul petto profumato di violetta della donna. Percepiva i battiti del suo cuore che, ne era sicuro, battevano allo stesso ritmo dei suoi in quell’istante. Veloci, impazienti, forti come la passione che li aveva travolti.

Marianna si staccò da lui e si fece ammirare in tutta la sua bellezza. Il suo viso ovale e perfetto era incorniciato da delicati riccioli biondi che scendevano fino al suo collo sottile. La sua bocca rosa disegnò un sorriso dolce mentre gli occhi di un azzurro intenso come il mare della laguna erano accesi di venerazione per lui.

 

Lo scialle di VeneziaIl poeta non osava proferire parola perché non voleva interrompere con il suono della sua voce quella intensa visione. Continuava a contemplare il suo amore, beandosi della sua perfezione e continuando ad esplorare con lo sguardo quel corpo sublime.

Accorgendosi dell’indugio che il lord inglese faceva sul suo petto, Marianna lo nascose dietro al suo zendale, lo scialle tipico delle donne di Venezia. Era in pizzo bianco, ornato di piccole perle e con lunghe frange.

“Oh Marianna siete la visione più bella su cui si sono posti i miei occhi da quando sono a Venezia!” esclamò Lord Byron avvicinandosi e prendendo un lembo dello scialle tra le mani. “E questo indumento non va che valorizzare la vostra bellezza e a renderla ancora più conturbante.”

La donna gli sorrise maliziosa e prese a sua volta ad accarezzare le mani del poeta. Poi raccontò.

“Sapevate che questi scialli che si fabbricano a Venezia sono ispirati a quelli che portano le donne delle Indie?”

 

Frasi su Venezia

 

Decorazione“L’oriente…” rispose sognante Lord Byron “Sapete quanto io ne sia attratto. E’ forse per questo che amo così intensamente Venezia e la sua gente? Perché è la porta dell’Oriente?”

“Se così fosse tenete allora il mio scialle, a ricordo mio, di questa città e dell’Oriente che tanto ammirate.”

E così facendo si tolse lo zendale e lo avvolse attorno alle spalle del poeta e alle sue, avvicinandolo in questo modo a sé e donandogli un bacio che aveva il sapore di Venezia, dell’Oriente e della passione.

 

Scritto da Giulia Morandi

 

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La storia dello Scialle Veneziano (o “Zendale”) inizia con Giovanni Zivogli. Nel 1761 a Venezia e ottenne il permesso di produrre dei “fazzoletti di vari colori”: i primi “Scialli” dal persiano šāl o forse da Scià di Persia. Con lunghe frange, in seta, pizzo o – per le popolane – in lana.

 

C’è una bottega a Venezia in Sestiere Santa Croce, Ramo del Tentor, 1840: la “Sartoria dei Dogi“.

Qui, Sabrina, la titolare, vende scialli a frange in lana bouclé nera, pezzi unici impreziositi da ricami a mano eseguiti da sua madre.

E poi caftani in lino, seta e raso di viscosa, borse in velluto stampato a mano con matrici intagliate in legno, foulard con broccati preziosi e pietre dure, tabarri e mantelle in cachemire… accessori indossati anche sul red carpet alla Mostra del Cinema di Venezia.

Ecco la pagina dedicata a “Sartoria dei Dogi”, per vedere ed acquistare le loro creazioni.

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